Una paziente anziana in gravi condizioni ha atteso oltre due ore e mezza prima di essere visitata. L’Asl replica: “Personale impegnato, casi trattati in sicurezza”
L’intervento e l’attesa prolungata
Una donna di 91 anni, con una storia clinica complessa e fragilità evidenti, è rimasta in attesa per due ore e 47 minuti in ambulanza davanti al pronto soccorso dell’ospedale di Casarano prima di ricevere assistenza. L’episodio, avvenuto nella tarda mattinata di sabato 12 aprile, è stato reso pubblico dal figlio della paziente attraverso un post sui social. L’uomo ha raccontato che la madre, affetta da insufficienza respiratoria cronica e già operata in passato per un’emorragia cerebrale, “non respirava più e non riusciva a muovere la parte destra del corpo”. A causa dell’attesa, la donna avrebbe riportato ulteriori peggioramenti clinici, risultando ora incapace di parlare.
Il racconto del figlio, particolarmente critico verso l’organizzazione del presidio ospedaliero, ha generato reazioni e sollevato interrogativi sullo stato attuale del sistema sanitario territoriale. “A Casarano ci siamo sentiti abbandonati”, ha dichiarato, denunciando l’assenza di medici disponibili all’arrivo dell’ambulanza.
La replica dell’Asl e i dati ufficiali
In risposta, il direttore generale della Asl Lecce, Stefano Rossi, ha confermato che la donna è giunta in ospedale alle ore 13:01 e ha ricevuto la prima valutazione alle 15:48. Durante il periodo di osservazione sono stati eseguiti diversi accertamenti: una TC cranica, una radiografia del torace, consulenze neurologiche, cardiologiche ed infine il ricovero in geriatria.
Rossi ha inoltre sottolineato come il fenomeno dell’“iperafflusso” rappresenti una criticità comune a livello nazionale, aggravata dalla carenza di personale medico. “I medici operativi fanno tutto il possibile, ma possono verificarsi momenti critici”, ha spiegato.
La posizione dei volontari del Tribunale per i Diritti del Malato
Sul caso è intervenuta anche Anna Maria De Filippis, referente locale del Tribunale per i Diritti del Malato, che ha evidenziato la complessità della gestione quotidiana nei reparti di emergenza: “I sanitari devono garantire la sicurezza di tutti i pazienti e l’attesa è inevitabile nei casi meno urgenti, anche se molto fragili. I medici erano presenti e hanno gestito numerosi pazienti in contemporanea”.
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