Una neonata è deceduta dopo essere stata gettata dal balcone. Fermata la madre, già in cura psichiatrica. Il padre è ricoverato in stato di forte stress.
MISTERBIANCO (Catania) – Una neonata di appena sette mesi è morta nella mattinata di martedì 29 aprile dopo essere stata lanciata dal secondo piano di un edificio in via Marchese, a Misterbianco, in provincia di Catania. A compiere il gesto sarebbe stata la madre, una donna di 40 anni, successivamente fermata dai carabinieri. La piccola è deceduta poco dopo il trasporto in ospedale.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, la tragedia è avvenuta in pochi istanti. Alcuni passanti hanno notato la bambina a terra e hanno provato a soccorrerla nell’attesa dell’arrivo dei sanitari del 118, che hanno tentato un disperato intervento per salvarle la vita. I tentativi si sono però rivelati vani: la neonata è morta poco dopo il ricovero. Anche il padre della piccola, presente in casa al momento dell’accaduto, è stato soccorso e trasportato all’ospedale di Catania in stato di forte shock. Secondo quanto riferito, l’uomo avrebbe manifestato comportamenti autolesionistici.
La madre della bambina, che ha anche un altro figlio di sette anni, era seguita dal Dipartimento di Salute Mentale di Catania. Secondo quanto emerso, la donna avrebbe iniziato a mostrare segni di sofferenza psicologica dopo la nascita della figlia, avvenuta nel settembre 2024. In passato era già stata sottoposta a due trattamenti sanitari obbligatori (Tso), a causa di episodi riconducibili a gravi disturbi psichici.
Gli investigatori stanno ora cercando di ricostruire con precisione la dinamica e le circostanze che hanno preceduto il gesto. La Procura di Catania ha aperto un fascicolo di indagine. I rilievi della scientifica sono stati effettuati sia all’interno dell’abitazione sia nell’area esterna, mentre continuano gli interrogatori a testimoni e vicini per raccogliere ulteriori elementi.
Secondo fonti sanitarie, la donna avrebbe manifestato sintomi compatibili con una depressione post-partum già pochi giorni dopo il parto. La sua situazione clinica era monitorata da tempo e risulta che fosse in cura presso strutture specializzate. Gli inquirenti stanno ora valutando se vi siano stati segnali d’allarme trascurati o eventuali omissioni nei protocolli di assistenza.
L’inchiesta in corso dovrà accertare anche la posizione del padre e le eventuali responsabilità di chi avrebbe potuto prevenire l’episodio. L’altro figlio della donna è stato affidato ai servizi sociali.
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