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Sospetti sui bendaggi ai polsi dei calciatori del Barcellona, il dottor Mihic: “Non credo alle mode”

Il dottor Mihic, ex medico del Real Madrid, solleva dubbi sull’uso dei bendaggi ai polsi da parte di alcuni calciatori del Barcellona, evocando possibili usi non convenzionali.


Dichiarazioni del medico creano polemiche in Spagna

Niko Mihic, ex responsabile medico del Real Madrid per sette anni e attuale consulente del club, ha recentemente sollevato interrogativi sul crescente uso di bendaggi a mani e polsi tra alcuni giocatori del Barcellona. Intervistato dal quotidiano sportivo Marca, il medico ha espresso perplessità sulla reale funzione di queste fasciature, affermando: “Una moda? Non credo alle mode passeggere. Se vuoi un accesso venoso più facile, usi i polsi…”.

Il medico, oggi a capo della Sports Doctors Network, ha risposto a una domanda generica sull’uso diffuso di bendaggi tra i calciatori, ma ha poi alluso chiaramente alla squadra catalana con una battuta sarcastica: “Potrebbe darsi che stiano progettando giochi di strategia, giocando molto a calciobalilla e prendendosi la tendinite… così come potrebbe darsi che non abbiano corrotto Negreira”. Un riferimento al controverso caso Negreira, che ha coinvolto il club blaugrana per presunti pagamenti all’ex vicepresidente del Comitato Tecnico Arbitrale spagnolo.

L’uscita del dottor Mihic ha attirato l’attenzione dei media iberici e sollevato nuove polemiche, soprattutto per l’allusione a possibili usi alternativi dei bendaggi. “Non so cosa stia succedendo, ma qualsiasi medico sa che se si desidera un accesso venoso più facile, bisogna trovarlo nelle mani e nei polsi”, ha aggiunto, lasciando spazio a interpretazioni potenzialmente delicate.


Il dibattito tra scetticismo medico e abitudini sportive

Le parole del medico croato si inseriscono in un contesto in cui diversi calciatori del Barcellona – tra cui Raphinha, Lamine Yamal, Robert Lewandowski, Frenkie de Jong e Gavi – sono stati visti indossare bendaggi su polsi o mani in diverse occasioni. In molti casi, si tratta di fasciature leggere, a volte appariscenti, che non sembrano legate a lesioni in corso.

Secondo un’altra lettura, condivisa da diversi esperti del settore, si tratterebbe semplicemente di un’abitudine consolidata o di una forma di superstizione. “È pura superstizione – ha spiegato il dottor Antoni Mora, traumatologo e specialista in medicina sportiva – Il primo giorno in cui giochi con una benda sulla mano è probabilmente dovuto a un infortunio. Ci si abitua e, se giochi bene indossandola, la si tiene”.

Mora ha paragonato la pratica all’uso dei tatuaggi, descrivendola come una consuetudine diffusa tra i giocatori: “Sono abitudini acquisite e solo una moda. Ci si sente bene e lo si mantiene per superstizione”. La sua posizione si discosta nettamente da quella di Mihic, che ha rifiutato l’ipotesi della moda, ribadendo: “Credo che un giocatore non indossi un equipaggiamento che mostra una lesione, a meno che non sia per porvi rimedio, non perché sia ​​più bello”.

Il confronto tra visioni mediche così divergenti ha alimentato il dibattito, che ora coinvolge anche l’opinione pubblica, soprattutto a fronte della visibilità e del ruolo centrale dei calciatori coinvolti.

Francesco Antonicelli

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