Una pensionata di Maglie aveva donato tutto all’Asl di Lecce per costruire un ospedale: i fondi sono finiti in una palestra e ora rischiano di perdersi.
Era il 2019 quando Vita Carrapa, 95enne originaria di Maglie, è deceduta lasciando all’Asl di Lecce un’ingente eredità: immobili, risparmi e titoli per un valore di oltre tre milioni di euro. Il lascito aveva uno scopo preciso: la costruzione di una struttura sanitaria “di cura e assistenza” nella città salentina.
Tutto era stato chiaramente espresso nel testamento, consegnato il 22 dicembre 2009 al notaio Giovanni De Donno, e aperto ufficialmente l’11 settembre 2019 durante una diretta Rai. La donna aveva chiesto che il nuovo ospedale fosse completato entro cinque anni da quella data. In caso contrario, il patrimonio sarebbe dovuto passare all’Ispe, l’ente che gestisce la casa di riposo per anziani di Maglie, o per la creazione di una nuova.
Nelle ultime settimane è emersa una realtà diversa da quella prevista nel testamento. A sollevare il caso è stato il fiduciario della defunta, Antonio Giannuzzi, che ha reso pubblico quanto accaduto: “I soldi non sono stati utilizzati per realizzare il nuovo ospedale, come da volontà testamentarie”.
Secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, l’eredità sarebbe stata dirottata verso un altro progetto: la realizzazione di una palestra, un’iniziativa che poco ha a che vedere con la richiesta esplicita contenuta nelle ultime volontà di Vita Carrapa. Non solo: i lavori per la nuova struttura, comunque non conforme agli intenti della benefattrice, hanno superato la scadenza prevista dal testamento.
Il mancato rispetto delle disposizioni testamentarie, sia in termini di destinazione d’uso che di tempistiche, potrebbe costare caro all’Asl di Lecce. Il rischio concreto è che i fondi debbano essere trasferiti all’Ispe, come stabilito nel documento firmato da Vita Carrapa oltre dieci anni fa.
L’intera vicenda ha sollevato dubbi e polemiche sul modo in cui l’ente sanitario abbia gestito un’eredità così rilevante, nata dalla volontà di una cittadina di contribuire concretamente alla salute pubblica della propria comunità. Al momento, l’Asl non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sul futuro del progetto né sull’eventuale restituzione del denaro.
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