Durante l’intervista televisiva a Belve, Michele Morrone si esprime con toni provocatori sul panorama artistico italiano, criticando l’immagine stereotipata dell’attore impegnato.
Un commento che accende il dibattito
ROMA – Le dichiarazioni rilasciate da Michele Morrone nel corso della trasmissione Belve, condotta da Francesca Fagnani, stanno facendo discutere. L’attore, conosciuto per i suoi ruoli in produzioni internazionali e italiane, ha espresso opinioni forti sulla scena cinematografica nazionale, evidenziando ciò che considera un pregiudizio nei confronti di chi, come lui, non appartiene a determinati ambienti.
“In Italia, per essere riconosciuti come artisti, come attori, uno deve avere un po’ l’aria del poeta maledetto, farsi la canna, avere il teschio in mano. Sai, questi attori un po’ sinistroidi, con le boiserie anche nel culo. Io non sono quello e non faccio parte di quello”, ha dichiarato Morrone. Il riferimento, seppur non esplicitamente diretto, sembra inserirsi nel contesto delle recenti polemiche tra il ministro della Cultura Alessandro Giuli e l’attore Elio Germano.
Nel prosieguo dell’intervista, Morrone ha ribadito la sua distanza da certi contesti del cinema italiano: “Non mi sono mai visto nel circolino italiano e dei David non mi frega niente”. Quando la conduttrice gli ha chiesto di indicare tre attori più bravi di lui, ha risposto menzionando soltanto Alessandro Borghi. Alla domanda su quali attori invece non apprezzi, ha replicato: “Quasi tutti”.
Una polemica ancora aperta
Il contesto delle parole di Morrone si inserisce in un momento di tensione nel mondo del cinema italiano. Nei giorni scorsi, lo scontro a distanza tra Elio Germano e il ministro Giuli aveva già attirato l’attenzione. L’attore, in un intervento al Quirinale, aveva criticato il modo in cui la politica gestisce la cultura, parlando di “clan”. La risposta di Giuli era arrivata puntuale: “C’è una minoranza rumorosa che si impadronisce perfino dei più alti luoghi delle istituzioni culturali, come il Quirinale, per cianciare in solitudine, come Elio Germano qualche giorno fa, con certe battutine che sono una spia interessante del loro approccio”.
Anche altri esponenti del mondo dello spettacolo hanno espresso opinioni sulla vicenda. L’attore Valerio Aprea, durante un’ospitata nel programma In altre parole, ha commentato: “Noi attori non siamo intoccabili”. Da parte sua, Pierfrancesco Favino ha affrontato la questione in termini più strutturali, parlando di un cinema “bloccato”, un punto di vista che ha trovato l’approvazione dello stesso Giuli.
Le affermazioni di Michele Morrone rappresentano l’ultimo intervento di una serie di dichiarazioni che stanno animando il dibattito culturale in Italia, e che mettono in evidenza le divisioni interne al mondo artistico nazionale.
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