“Manuel non era un mercenario”: il dolore della famiglia per il 25enne sardo morto in guerra in Ucraina
Il giovane di Selargius è stato ucciso in combattimento nei pressi di Pokrovsk. I parenti non hanno ancora ricevuto conferme ufficiali dal governo italiano.
**Il 25enne Manuel Mameli, originario di Selargius in provincia di Cagliari, è stato ucciso in Ucraina mentre combatteva nei pressi di Pokrovsk, in una zona attualmente sotto il controllo delle forze russe. Il giovane faceva parte della Legione Internazionale, la formazione composta da volontari stranieri a supporto dell’esercito ucraino. Secondo le prime ricostruzioni, sarebbe stato colpito da un drone, ma la notizia non è stata ancora confermata ufficialmente dalle autorità italiane.
Famiglia in attesa di conferme ufficiali
A comunicare la notizia ai familiari sarebbero stati alcuni compagni d’armi, i quali hanno riferito che Mameli avrebbe perso la vita durante un’operazione militare. Tuttavia, la posizione del corpo renderebbe estremamente complesso il recupero, rendendo difficile una verifica definitiva del decesso. Anche l’ambasciata italiana in Ucraina non ha fornito finora conferme formali.
“Manuel non era un mercenario; era un ragazzo coraggioso, partito per difendere ciò in cui credeva, anche a rischio della vita. Purtroppo al momento non si può verificare nulla“, hanno dichiarato i genitori intervistati da La Nuova Sardegna, mantenendo una speranza, seppur minima, che il figlio possa essere ancora vivo o soltanto ferito.
Le reazioni online e la risposta dei familiari
La notizia della scomparsa ha suscitato reazioni contrastanti, soprattutto sui social network, dove non sono mancati commenti offensivi nei confronti del giovane. A difendere la memoria del fratello è stata la sorella di Mameli, che ha risposto duramente agli attacchi virtuali: “Mentre certi commentano con cattiveria e ignoranza da dietro uno schermo, mio fratello ha avuto il coraggio di metterci la faccia, la pelle, la vita. Anche non per la sua patria. Lui ha scelto di difendere ciò in cui credeva, e ha avuto più dignità in un solo giorno di quanta molti ne abbiano in una vita intera. Non è un ‘mercenario’. È un uomo. È un figlio. È un fratello“.
Anche la zia ha espresso il suo dolore di fronte alle critiche ricevute: “Ci vuole niente per infangare una persona, leggo certi commenti da brivido, ma avete un cuore? Una coscienza? Mio nipote è fino a prova contraria un essere umano“.
Le condizioni di arruolamento nella Legione Internazionale
Manuel Mameli si era unito volontariamente alla Legione Internazionale, sottoscrivendo un contratto regolare che prevede le stesse condizioni riservate ai militari delle Forze Armate ucraine. Secondo quanto riportato dal sito ufficiale della Legione, ogni volontario riceve uno stipendio base di 20.200 grivnie ucraine (circa 428 euro), a cui si aggiungono incrementi in base all’impiego operativo.
I compensi aumentano sensibilmente per i soldati inviati nelle zone di combattimento: circa 30.000 UAH (pari a 650 euro) in più. In caso di partecipazione a missioni in prima linea, il bonus può salire fino a 100.000 UAH al mese (circa 2.100 euro), con un ulteriore premio di 70.000 UAH (oltre 1.400 euro) ogni 30 giorni trascorsi in operazioni attive sul fronte.