Il trattamento sperimentale, combinato a immunoterapia e chemioterapia, punta a ridurre le recidive grazie a un vaccino personalizzato costruito sul Dna del tumore.
BARI – Presso l’Istituto Tumori ‘Giovanni Paolo II’ è stata effettuata la prima somministrazione di un vaccino terapeutico a mRna per il trattamento del tumore al polmone. Si tratta dell’unico centro in Puglia coinvolto in uno studio clinico internazionale che prevede l’arruolamento di pazienti in dieci strutture distribuite su tutto il territorio nazionale. Attualmente, 15 altri pazienti attendono la somministrazione del vaccino nell’ambito della stessa sperimentazione.
Il farmaco, denominato V940, è il risultato della collaborazione tra le aziende farmaceutiche Moderna e Msd (Merck, Sharp & Dohme). Non ha finalità preventive, ma rientra tra le terapie innovative pensate per rafforzare l’efficacia dei trattamenti oncologici già in uso, come la chemioterapia e l’immunoterapia. Il vaccino viene somministrato a pazienti che hanno recentemente subito l’asportazione chirurgica del tumore, e viene realizzato su misura a partire da un campione tumorale prelevato durante l’intervento.
Il principio alla base della terapia consiste nella produzione di un RNA messaggero sintetico, elaborato sulla base della mappatura genetica del tumore del singolo paziente. Questo consente di attivare una risposta immunitaria mirata e specifica, con l’obiettivo di colpire eventuali cellule tumorali residue e, nel tempo, diminuire il rischio di recidive.
“Questo Istituto partecipa con orgoglio e entusiasmo a questo studio internazionale, contribuendo così a scrivere una nuova pagina dell’oncologia e della storia della medicina – ha affermato Alessandro Delle Donne, commissario straordinario dell’Istituto – Ciò che ci rende più entusiasti è, senza dubbio, la possibilità di offrire una ulteriore chance terapeutica ai nostri pazienti. Per altri studi analoghi, per esempio quello sul vaccino contro il melanoma in corso nel nostro Istituto, stanno già arruolando pazienti e continueremo a lavorare per terapie sempre più personalizzate, sempre più precise, sempre più a misura di paziente. Ringrazio tutto il team di oncologia medica toracica che ha costruito, negli anni e con tanto lavoro, le proficue collaborazioni internazionali che oggi ci hanno portato a questo risultato“.
Il progetto rappresenta un’opportunità concreta per chi, nonostante l’intervento chirurgico, è ancora esposto al rischio di ricadute oncologiche. “Il tumore al polmone – ha spiegato Domenico Galetta, responsabile dell’oncologia medica toracica dell’Istituto e Principal Investigator dello studio – è una delle neoplasie più diffuse, in Italia è la seconda più frequente negli uomini e la terza nelle donne, e causa un numero di decessi superiore a quello di qualunque altra forma di cancro. Il vaccino terapeutico che stiamo somministrando ci offre una modernissima opportunità per quei pazienti che, dopo essere stati operati, sono comunque a rischio di recidiva. I risultati promettenti ottenuti in studi analoghi ci spingono a lavorare, tutti insieme, in questa direzione che è sicuramente una delle direttrici più importanti dell’oncologia del futuro“.
L’avanzamento di questa sperimentazione pone Bari tra i punti di riferimento a livello nazionale nella ricerca oncologica avanzata, con l’obiettivo di offrire trattamenti sempre più specifici e personalizzati.
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