L’ex magistrato Giuseppe De Benedictis, condannato per armi e corruzione, sconterà parte della pena nella sua abitazione di Molfetta, a causa di problemi di salute.
Misure alternative disposte dal Tribunale di sorveglianza
BARI – Il Tribunale di sorveglianza di Bari ha accolto la richiesta di detenzione domiciliare per Giuseppe De Benedictis, ex giudice per le indagini preliminari, condannato con sentenze definitive per due distinti reati. Il provvedimento è motivato da ragioni di salute, evidenziate da una perizia medica che ha riscontrato l’incompatibilità tra le sue condizioni fisiche e il regime carcerario.
La decisione consente a De Benedictis di scontare la pena nella sua abitazione a Molfetta, in provincia di Bari, almeno fino al maggio del 2026, quando la situazione verrà nuovamente valutata. I suoi legali, Saverio Ingraffia e Filippo Castellaneta, avevano presentato l’istanza sostenendo l’impossibilità per il loro assistito di ricevere cure adeguate in carcere. Il Tribunale ha accolto l’argomentazione dopo l’esito della consulenza tecnica.
Il provvedimento prevede restrizioni stringenti: l’ex giudice potrà avere contatti solo con i familiari conviventi, i difensori e il personale sanitario autorizzato. Eventuali uscite dall’abitazione saranno ammesse esclusivamente per visite mediche o terapie, e dovranno essere comunicate in anticipo ai carabinieri territorialmente competenti.
Due condanne definitive per armi e corruzione
Le condanne nei confronti di Giuseppe De Benedictis riguardano due procedimenti penali distinti. La prima, a nove anni e tre mesi, è legata alla detenzione illegale di armi. La seconda, pari a sette anni di reclusione, è relativa a episodi di corruzione in atti giudiziari. Attualmente, per quanto riguarda la pena per la detenzione di armi, restano da scontare sei anni e quattro mesi.
Le indagini che hanno condotto alle condanne hanno avuto un forte impatto nell’ambiente giudiziario pugliese, portando alla luce un quadro complesso che ha coinvolto anche ambienti vicini alla criminalità. Tuttavia, al momento, l’attenzione è rivolta esclusivamente all’esecuzione della pena e alla sua compatibilità con lo stato di salute dell’ex magistrato.
L’evoluzione della misura alternativa sarà soggetta a costanti controlli da parte dell’autorità giudiziaria, con verifiche periodiche sulle condizioni fisiche e sull’effettiva osservanza delle prescrizioni imposte.
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