Ne barese sparatoria in piazza: arrestati marito e moglie per tentato omicidio
Due persone sono state arrestate per l’agguato armato avvenuto a marzo nella piazza centrale di Corato, che causò il ferimento di due giovani.
Arresti a Corato per il ferimento di due giovani in pieno centro
All’alba di oggi, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un uomo e una donna accusati di tentato omicidio per i fatti avvenuti lo scorso 6 marzo a Corato, nel cuore della città. Quel giorno, alcuni colpi di pistola furono esplosi da uno scooter in corsa in una piazza affollata, colpendo accidentalmente due giovani, tra cui una ragazza estranea a qualunque contesto criminale.
Secondo quanto accertato dalle indagini coordinate dalla Procura di Trani, i due arrestati sono marito e moglie: l’uomo sarebbe stato alla guida del mezzo utilizzato nell’agguato, mentre la donna avrebbe facilitato l’azione fornendo indicazioni sul momento più opportuno per agire. Le vittime furono raggiunte dai proiettili mentre si trovavano nei pressi del luogo dell’agguato. Una giovane riportò una ferita grave al fianco sinistro e fu trasportata in codice rosso al Policlinico di Bari, dove venne sottoposta a un delicato intervento chirurgico con l’asportazione della milza. Il secondo ferito, un ragazzo, fu colpito in modo più lieve nella zona lombare.
Indagini complesse in un contesto ostile agli inquirenti
Gli investigatori della Squadra Mobile di Bari e del commissariato di Corato, grazie all’analisi di filmati registrati dalle videocamere di sorveglianza e alle attività tecniche condotte nel corso delle settimane successive, sono riusciti a ricostruire la dinamica dell’agguato e a raccogliere elementi ritenuti decisivi dal giudice per le indagini preliminari. Un ruolo chiave nelle indagini è stato giocato anche dallo studio dei tabulati telefonici e dal monitoraggio del traffico delle celle, oltre che dalla comparazione dei dati con quelli ottenuti attraverso strumenti informatici.
Secondo quanto emerso, le operazioni investigative si sono svolte in un clima di forte reticenza, con diversi testimoni che avrebbero tentato di ostacolare l’attività degli inquirenti. Alcuni di loro sono stati denunciati per favoreggiamento personale.
Il provvedimento restrittivo riguarda complessivamente cinque persone, ognuna con un presunto ruolo preciso nell’organizzazione dell’agguato. Le indagini sono tuttora in corso per chiarire l’identità di altri eventuali coinvolti e per definire il movente alla base dell’azione armata.