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Caso Poggi, i file dimenticati: cosa c’era di inquietante nella chiavetta USB di Chiara

Chiara Poggi aveva salvato su una pennetta USB documenti su abusi sessuali e violenza: elementi ora al vaglio della Procura che ha riaperto il caso.

Nuovi elementi digitali emergono dal caso Poggi

GARLASCO – Spuntano nuovi dettagli sul caso di Chiara Poggi, la 26enne uccisa il 13 agosto 2007 nella sua abitazione a Garlasco. Gli investigatori hanno riesaminato una chiavetta USB appartenente alla giovane, nella quale sono stati trovati documenti e ricerche effettuate alcuni mesi prima del delitto. Tra i file presenti, spiccano materiali relativi alla pedofilia, in particolare sugli abusi compiuti da religiosi negli Stati Uniti, e testi legati al tema della violenza.

Secondo quanto emerso dall’analisi forense, uno dei file si intitola “Abusati” e contiene testimonianze di chierichetti molestati in strutture religiose americane. Il documento, salvato l’8 giugno 2007, descrive storie di abusi da parte di sacerdoti, affrontando la questione con riferimento a casi concreti e investigazioni condotte oltre oceano. Un secondo file, con contenuti simili, risulta essere un’inchiesta italiana dal titolo “Aiuto, ho visto un lupo cattivo”.

Le indagini hanno portato alla riapertura del caso da parte della Procura, che ha iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio, amico di Chiara, con l’accusa di omicidio in concorso con Alberto Stasi, fino a oggi unico condannato per il delitto.

Interesse per casi di cronaca nera e violenza

Non solo abusi: sulla stessa chiavetta è stato ritrovato anche un file intitolato “Coca Cattiva”, datato 12 giugno 2007, in cui viene riportata un’analisi psichiatrica condotta da uno specialista milanese. Il documento esplora i legami tra uso di cocaina e comportamenti violenti, un tema che aveva attirato l’interesse della giovane. Inoltre, Chiara aveva salvato in precedenza, nel marzo dello stesso anno, un altro documento dal titolo “Omicidi senza colpevoli”, un rapporto dedicato ai casi di omicidio rimasti irrisolti e alle prove presenti nei tribunali che potrebbero condurre all’identificazione dei veri colpevoli.

Gli inquirenti stanno approfondendo anche le ricerche effettuate da Chiara nei confronti del santuario della Bozzola, luogo che la giovane avrebbe visualizzato più volte online. Una pista che si interseca con una delle teorie investigative rilanciate in questi giorni, secondo cui Chiara potrebbe essere stata testimone di situazioni compromettenti, motivo per cui sarebbe stata eliminata.

“Si tratta di elementi coerenti con l’ipotesi che Chiara stesse indagando in modo personale su tematiche delicate e forse legate a realtà a lei vicine”, ha dichiarato l’avvocato di Andrea Sempio, rilanciando l’ipotesi mai confermata secondo cui la giovane avrebbe potuto scoprire verità scomode.

claudia De Napoli

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