Gassman junior bacchetta chi non vota e scatena una bufera social: “Tu non sai nemmeno chi sia un lavoratore”
Il post di Leo Gassman sul referendum provoca reazioni durissime online. Tra i primi a replicare con un video: Marco Rizzo e numerosi utenti contrariati.
Il post sui social che ha acceso lo scontro politico
Leo Gassman, cantante e vincitore del Festival di Sanremo 2020 tra le “Nuove proposte”, è finito al centro di un acceso dibattito sui social dopo aver criticato l’astensionismo registrato durante il recente referendum. Attraverso un post pubblicato su X, l’artista ha scritto: “Ma mi spiegate perché non siete andati a votare? Perché un lavoratore non dovrebbe andare a votare a favore di una legge che gli permette di essere tutelato? Davvero non capisco! Mi spiegate?”. Un messaggio che ha subito scatenato centinaia di commenti contrari.
L’intervento di Gassman è arrivato all’indomani di un voto che ha visto un’alta percentuale di astensionismo, un fenomeno che ha acceso le polemiche politiche anche a livello nazionale. Il cantante, figlio dell’attore Alessandro Gassman e nipote di Vittorio, ha ereditato dai suoi familiari l’interesse per le tematiche civili e sociali, spesso espresse pubblicamente anche tramite i social network. Tuttavia, in questo caso, le sue parole hanno ricevuto risposte critiche da più fronti.
La replica di Marco Rizzo e il contrattacco degli utenti
Tra le prime repliche di rilievo è arrivato il videomessaggio di Marco Rizzo, che ha contestato apertamente la posizione del cantante, cercando di chiarire le motivazioni che hanno spinto molti cittadini a disertare le urne. Altri utenti hanno ironizzato sul ruolo pubblico di Gassman, ritenendo inopportune le sue osservazioni: “Chi voleva toglierla la legge di cui parli, sono gli stessi che l’hanno fatta”, ha scritto un utente, riferendosi ai promotori del referendum.
Non sono mancati riferimenti alla pandemia e alle misure adottate negli anni scorsi: “Volevo andare a votare, ma non avevo il green pass”, ha commentato un utente, collegando l’attuale sfiducia alle restrizioni sanitarie passate. Altri hanno criticato il tono paternalistico del messaggio, sostenendo che chi lavora e vive certe condizioni sulla propria pelle non ha bisogno di essere giudicato da figure pubbliche.