Lo Ior chiude il 2024 con un utile netto in aumento del 7% e dà 13,8 milioni di euro al Papa
Cresce anche la raccolta complessiva.
Bilancio in crescita: utili netti a 32,8 milioni
Nel corso del 2024, l’Istituto per le Opere di Religione (Ior) ha registrato un significativo incremento della propria redditività, confermando una tendenza positiva ormai consolidata. Lo evidenzia la tredicesima edizione del Rapporto Annuale, che contiene il Bilancio d’esercizio 2024, redatto secondo i criteri internazionali IAS-IFRS.
I dati illustrano un utile netto pari a 32,8 milioni di euro, in crescita del 7% rispetto al 2023. A beneficiare direttamente di questa performance è Papa Francesco, al quale è stato destinato un dividendo straordinario di 13,8 milioni di euro, cifra significativa e mai registrata in questi termini nei bilanci recenti dell’Istituto.
Il risultato è stato ottenuto grazie al positivo andamento dei principali indicatori economici: il margine d’interesse è cresciuto del 5,8%, mentre il margine commissionale ha segnato un incremento del 13,2%. In aumento anche il margine d’intermediazione, che ha registrato un +3,6% rispetto all’anno precedente.
Patrimonio netto e solidità finanziaria in aumento
Il patrimonio netto dell’Istituto ha raggiunto 731,9 milioni di euro, con una crescita di 64,3 milioni rispetto al 2023. Anche il Tier 1 ratio, indicatore della solidità patrimoniale, ha evidenziato un progresso significativo: 69,43%, in rialzo del 16,1% su base annua. Questo miglioramento è stato attribuito a una riduzione generale del rischio e a un rafforzamento della posizione patrimoniale dell’Istituto.
In parallelo, la raccolta complessiva gestita – comprensiva di depositi, conti correnti, gestioni patrimoniali e titoli in custodia – è salita a 5,7 miliardi di euro, in aumento rispetto ai 5,4 miliardi del 2023. Tali dati confermano la fiducia degli investitori e la stabilità dell’Istituto nel panorama finanziario internazionale.
“La crescita dell’utile netto è stata ottenuta con il contributo positivo del margine di interesse, del margine commissionale e del margine d’intermediazione, unitamente a un attento controllo dei costi”, ha sottolineato lo Ior nel rapporto ufficiale.
Il documento rappresenta anche un segnale di trasparenza e rigore gestionale, obiettivi perseguiti negli ultimi anni per rafforzare la credibilità dell’Istituto all’interno e all’esterno del Vaticano.