Studentessa aggredita in strada: donna tenta di strangolarla con un laccio, salvata dal traffico
Una 22enne è riuscita a sfuggire a un’aggressione lanciandosi tra le auto in transito. L’autrice è sospettata di altri due episodi analoghi.
Donna tenta di strangolare una studentessa in centro a Bergamo
Mattinata di paura in via Bonomelli, a Bergamo, dove lunedì 19 maggio, poco dopo le 10, una studentessa di 22 anni è stata aggredita mentre camminava da sola. Secondo quanto ricostruito, la giovane sarebbe stata sorpresa alle spalle da una donna che le ha stretto un laccio intorno al collo, tentando di strangolarla. La ragazza, impossibilitata a urlare per chiedere aiuto, ha trovato la forza di reagire buttandosi nel traffico, attirando così l’attenzione degli automobilisti in transito.
Il gesto istintivo le ha salvato la vita. La presunta autrice dell’aggressione è Silvia Pugliese, 36 anni, originaria di San Benedetto del Tronto, già nota alle forze dell’ordine per reati precedenti. La donna è stata fermata poco dopo dai carabinieri, mentre ancora teneva tra le mani il laccio utilizzato nell’assalto.
Altri due episodi con le stesse modalità
Le indagini hanno portato alla luce altri due casi recenti attribuiti alla stessa persona. Due giovani hanno infatti sporto denuncia contro Pugliese per aggressioni avvenute il 26 febbraio e il 16 maggio, entrambe con modalità simili: attacchi improvvisi da dietro, con l’uso di un laccio stretto intorno al collo.
Al momento dell’arresto, il volto della 36enne è stato riconosciuto da tutte e tre le vittime, che non si conoscono tra loro e sembrano essere state scelte casualmente. La donna è stata trasferita in carcere e sarà sottoposta a una perizia psichiatrica per valutare le sue condizioni mentali.
In tribunale, Silvia Pugliese ha ammesso alcuni comportamenti del passato: «Sono sempre stata abbastanza sola, da ragazzina mi è capitato di rubacchiare qualcosa, ma non sono violenta». Durante l’interrogatorio ha spiegato di attraversare un momento difficile, affermando di essere sopraffatta «da sconforto e assoluta tristezza» e accusando un sistema che, a suo dire, «si prende gioco» di lei. Ha anche citato un non meglio precisato «rapporto di amore-odio con una ragazza molto ricca», escludendo però qualsiasi legame con le vittime.
«Sentendo di avere virtualmente un laccio intorno al collo, ho voluto metterle lo stesso», ha dichiarato la 36enne, le cui condizioni psichiche saranno valutate nei prossimi giorni.