Cronaca Pugliese

Bari, fisioterapista ucciso, l’assassino in aula: «Sono pentito di averlo ucciso ma non per lui ma per mia figlia»

Durante l’udienza a Bari, Salvatore Vassalli ha dichiarato di non aver avuto l’intenzione di uccidere Mauro Di Giacomo, esprimendo rimorso solo nei confronti della figlia.

Le dichiarazioni in aula dell’imputato

BARI – Nella giornata di venerdì 23 maggio 2025, davanti ai giudici del tribunale di Bari, Salvatore Vassalli, operaio originario di Canosa di Puglia (provincia di Barletta-Andria-Trani), ha reso dichiarazioni spontanee nel processo che lo vede imputato per l’omicidio del fisioterapista Mauro Di Giacomo. Il delitto risale alla sera del 18 dicembre 2023, quando Di Giacomo fu aggredito e ucciso nel capoluogo pugliese.

«Rimpiango tutto quello che è successo. Ma non per Di Giacomo, per mia figlia», ha dichiarato Vassalli in aula. L’uomo ha spiegato che il suo gesto non era premeditato e ha affermato di essersi pentito immediatamente: «Non avrei mai voluto uccidere il dottor Di Giacomo, mi sono pentito. Mi sono subito assunto le mie responsabilità, non ho mai trovato scuse».

Il movente e le circostanze del delitto

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il movente dell’omicidio sarebbe legato a una presunta lesione riportata dalla figlia di Vassalli durante una seduta fisioterapica presso lo studio di Di Giacomo. L’imputato avrebbe quindi agito in preda a un impulso di vendetta nei confronti del professionista.

Durante la sua deposizione, Vassalli ha precisato di non essersi costituito subito dopo il fatto, motivando la decisione con la paura per la sicurezza dei suoi cari: «Non mi sono costituito subito perché avevo paura per l’incolumità della mia famiglia e delle mie due figlie». Ha inoltre dichiarato di non essersi reso conto della gravità delle ferite inflitte: «Pensavo fosse ancora vivo quando sono andato via».

Il processo prosegue con l’audizione di altri testimoni e con l’analisi tecnica delle prove raccolte. Gli accertamenti medico-legali e le testimonianze acquisite finora costituiscono il fulcro dell’impianto accusatorio su cui si basa la richiesta di condanna.

L’udienza è stata aggiornata alle prossime settimane per la prosecuzione del dibattimento.